Il cubo di Rubik
Sei lati, ogni lato 9 quadratini colorati, e tutti i lati che si
possono muovere sia in orizzontale che in verticale..vi sembra di
ricordare, vero? 43.252.003.274.489.856.000 (si, proprio 43 miliardi di
miliardi..) di possibili combinazioni, e una sola che
portava al risultato agognato, tutte e 6 le facce del colore giusto,
nello stesso momento! Uscito dalla mente malefica di un matematico
ungherese, il cubo di Rubik é stato per noi ragazzi degli anni '80
quello che i Pokemon sono per i ragazzini di
oggi, una mania, una febbre da cui non si poteva guarire. In tutti i
formati e le dimensioni, ci giocavamo a tutte le ore, a scuola e fuori
scuola, anche e soprattutto durante le lezioni..e mentre per molti
l'unica soluzione possibile era quella di staccare
i quadratini colorati e attaccarli dove serviva, ai campionati mondiali
c'era chi lo completava in meno di 30 secondi
Il super tele
Dici Supertele e per noi maschietti degli '80 é come dire Barbie per
le ragazze: un mito da venerare, un'icona indimenticabile del tempo che
fu...venduto nell'immancabile cordicella tagliadita a 500 lire, il tele
era più rassicurante
della mamma, perché sapevi che anche a bucarne tre in un pomeriggio, si
riusciva sempre a fare la colletta per comprarne un altro, e poi un
altro ancora..caratterizzato dalla incredibile leggerezza, era il
terrore dei portieri per le traiettorie
impossibili che assumeva, magari dopo una puntata maligna
dell'attaccante. Inutilizzabile negli spazi aperti e nei giorni di
vento, quando veniva sostituito dal più solido Super santos, se non
addirittura dal maestoso Tango, ha formato generazioni di rapaci
dell'area piccola e di portieri falliti, che affogavano la disperazione
per l'ennesima brutta figura con una gazzosa doppia..
Le sorprese del Mulino bianco
Una geniale idea del marketing del Mulino bianco, queste scatoline a
forma di contenitori di fiammiferi svedesi contenevano piccoli giochi,
rompicapo, a volte carte da gioco, puzzle, segnalini e tabelloni per
giochi tipo quello dell'oca, e centinaia di altri piccoli passatempi. Il
fatto poi che si potesse collezionare le piccole
scatole nel mitico sorpresiere, una bacheca con la porta trasparente,
rese le sorprese del Mulino bianco un vero fenomeno di culto tra i
ragazzini di tutte le età..
Il Vic 20 e il Commodore 64
Il primo computer di decine di migliaia di futuri hacker, ingegneri
informatici e quant'altro, che impararono i primi rudimenti del basic,
il vic 20 (5 Kb di ram..), prodotto agli inizi degli anni 80 dalla
Commodore, che vendette più di 2 milioni e
mezzo di esemplari, introdusse al grande pubblico il concetto di
computer per tutti, dato il suo prezzo contenuto. Fu sostituito dal 64,
che sarebbe diventato il computer più venduto di sempre, in oltre 10
milioni di pezzi, molto più "potente" (64 Kb di ram), che introdusse
un'intera generazione al divertimento videoludico, con i giochi che
andavano caricati sulla
memoria a cassette magnetiche esterna, e i quasi inevitabili problemi di
caricamento ("load error"), almeno fino all'arrivo del mitico turbo
loader..
I Quindici
La mia prima enciclopedia, "I libri del come e del perchè", che
avevano nomi del tipo "Come funzionano le cose", "Come le cose
cambiano", "Cosa fanno gli uomini", e poi i volumi dedicati al mondo
animale, e alle piante, allo spazio, ai luoghi del mondo, oltre ai due
volumi
più consultati dal sottoscritto, quello delle favole, riccamente
illustrato (ricordo ancora quella dei "Tre capretti furbetti"..), e
quello del corpo umano, che aveva un lucido che si poteva sovrapporre
alla figura dell'uomo per riconoscere i muscoli e le ossa, troppo
forte..E sapete una cosa? Ho imparato molto da
questa enciclopedia che non si "dava un tono" ma era molto allegra,
come i colori del dorso lasciavano prefigurare..dovrei averla ancora in
soffitta..
Le BMX
Create in California negli anni '60, le bmx (abbreviazione per
bicicletta da motocross) divennero famosissime solo agli
inizi degli anni '80, quando si sviluppò una vera e propria cultura
delle piccole, leggere biciclette con le ruote da 20 pollici, simile a
quella, ad esempio, del surf. Adatte sia a evoluzioni acrobatiche che a
gare sui dossi di sabbia dei percorsi del
motocross, ebbero una grandissima spinta anche dal film "E.T.", in cui i
piccoli protagonisti le utilizzano per volare via col loro amico
extraterrestre. Poi abbandonate dall'utente comune, sono ancora molto
utilizzate in gare di discesa e di freestyle.
Gli adesivi del Camel trophy
Un'idea promozionale della Land Rover divenne presto per noi
ragazzini sinonimo di avventura ed emozione..del resto, dei raid su jeep
organizzati in paesi esotici come Sumatra, Papua Nuova Guinea, il
Borneo, l'Amazzonia, non potevano non stimolare la nostra fantasia, e
bastava appiccicare sulla bicicletta, e poi sui motorini, uno degli
adesivi che si trovavano facilmente in giro per sentirsi parte di
quell'avventura, anche se poi non ho mai saputo che fine abbiano fatto
gli equipaggi italiani in gara..(ma in Borneo ci sono i cannibali?).
La Polaroid
La mitica macchina fotografica Polaroid, che rendeva inutile il
passaggio dal fotografo per lo sviluppo delle foto, in quanto grazie al
particolare meccanismo inventato dalla casa americana consentiva lo
sviluppo immediato, sulla speciale carta che veniva
caricata nella macchina. La magia di ottenere una foto immediata, dopo
il classico sventolio che accelerava il processo di sviluppo rimane uno
dei momenti più cari della nostra infanzia, e penso che tutti noi
abbiamo qualche polaroid custodita in un album di ricordi..
Le figurine dei calciatori
Non é tanto il fatto che ho imparato a leggere con l'album delle
figurine, nè quei personaggi mitici che affiorano dal passato: Mozzini,
Bet, Tavola, Frustalupi, Bini, Bachlechner.. Marocchino, Spinosi,
Maldera (III), Cordova...e non sono nemmeno
i pomeriggi passati a imparare l'arte della contrattazione per cercare
di ottenere le 5 figurine che ti mancavano per finire l'album, o le
infinite partite a rosso e bianco o a muro...e in fin dei conti, non è
nemmeno il ricordo dei mitici doppi
scudetti della serie C2, con squadre come il Casale, il Casarano, il
Derthona, il Fanfulla...Niente di tutto questo, è l'odore delle figurine
dei calciatori che mi fà stringere il cuore in un moto di compassione
per un bambino che ormai è più di 20 anni indietro nel passato..l'odore,
ragazzi..che meraviglia l'odore delle figurine Panini..per me sarà
sempre l'odore degli anni 80...
Il Subbuteo
Quando non c'era ancora il fantacalcio, la fantasia degli incalliti
tifosi in erba si esprimeva su un rettanglo verde di feltro, manovrando
con abili colpi in punta di dita piccole figurine di calciatori
attaccati a una base semisferica, il cui compito era portare in rete un
pallone molto più grande di loro, superando un
portiere che si muoveva attaccato a un'asta metallica. Non è stato tanto
il semplice giocarci che ha reso il subbuteo un amico indimenticabile
per moltissimi bambini di fine anni 70 e inizio anni 80, ma tutto quello
che c'era intorno: la cura con cui si riparavano con la colla gli omini
che si rompevano (in genere
all'altezza delle ginocchia), la possibilità, quando si riusciva a
mettere via qualche liretta, di comprare nuove amenità quali la figurina
dell'arbitro, le tribune e i tifosi, addirittura le luci per le
notturne o i giocatori fermi nell'atto di compiere una rimessa laterale,
o battere un calcio d'angolo..e poi le
squadre incredibili che si scoprivano, quando dalla scatola imparavi che
la maglia neroazzurra non era solo quella dell'Inter o dell'Atalanta,
ma anche del Pisa, o del Brugges, o di qualche squadra danese, e poi
squadre esotiche come il Racing di Avellaneda, l'Independiente, il
Penarol, Il Falkirk. Grande, un ricordo di quando il calcio era ancora
solo uno sport e un motivo per sognare.
Le macchinine BBurago
Mai stanchi di cartoni a quattro ruote, sfide sulle piste Polistil,
automobiline caricate a "sparacini" che si lanciavano addosso al muro e
producevano botti, noi ragazzini degli anni 80 vedevamo appagata la
nostra voglia di velocità anche con le automobiline della BBurago, in
particolare le mitiche 1:43, una
scala di riduzione che le rendeva particolarmente pratiche da maneggiare
per le sfide sulle piste nel salotto o in riva al mare, e che aveva
anche il vantaggio di essere alla portata delle nostre piccole finanze
dell'epoca. Uno degli oggetti più pubblicizzati sui giornaletti
dell'epoca, in particolare su Topolino,
introdusse molti al fascino del collezionismo, magari con le scale
maggiori 1:24 o 1:18.